L'astigmatismo è un difetto molto più stabile rispetto alla miopia, all'ipermetropia e alla presbiopia, e tende a variare poco nell’arco della vita.
Esistono comunque delle condizioni particolari o delle fasi della nostra esistenza dove l’astigmatismo cambia più velocemente. E quindi, cosa succede quando l’astigmatismo peggiora?
Prenderemo in considerazione una variazione fisiologica, come avviene normalmente con lo scorrere del tempo, e una variazione non fisiologica, situazione in cui cambia in modo diverso dalle aspettative.
Di seguito, andremo ad approfondire le seguenti tematiche:
Abbiamo parlato nei precedenti articoli di astigmatismo fisiologico, un piccolo astigmatismo con valori intorno alle 0,50 diottrie, dove la curvatura del meridiano verticale è più accentuata dell’orizzontale viene definito astigmatismo secondo regola.
Ebbene questo piccolo astigmatismo che può non essere corretto, vista la modesta entità, potrebbe rimanere stabile fino ai 50 anni circa per poi scomparire ed in seguito trasformarsi in un astigmatismo contro regola dove il meridiano verticale è più piatto dell’orizzontale.
Solitamente, una volta che l’astigmatismo senile (contro regola) si presenta, tende a peggiorare lentamente con il passare del tempo e l’esperienza clinica ci dice che spesso, ogni 3-5 anni, è necessario aumentare il potere delle lenti correttive di 0.25 diottrie.
In questo processo di cambiamento fisiologico assistiamo ad un appiattimento del meridiano verticale della cornea e contemporaneamente ad una variazione interna del cristallino, che è la lente naturale dell’occhio.
La combinazione del cambiamento di quelle che sono le due principali lenti dell’occhio e cioè la cornea ed il cristallino, comporta un aumento dell’astigmatismo senile contro regola.
Quindi riassumendo: un soggetto sano, senza difetti visivi congeniti, presenta alla nascita ed in tenera età un piccolissimo astigmatismo fisiologico secondo regola, che tende a diminuire fino ad azzerarsi ed in seguito, in età matura, si trasforma in un astigmatismo contro regola che peggiora progressivamente e lentamente.
Passiamo ora a prendere in considerazione quelle situazioni dove è presente alla nascita un astigmatismo medio od elevato, quasi sempre secondo regola, raramente obliquo e quasi mai contro regola.
Gli astigmatismi medi ed elevati di solito sono molto stabili nel tempo e non cambiano facilmente né come potere né come asse.
Questo vale in particolar modo per il tipo secondo regola e parzialmente anche per quelli obliqui.
Quelli contro regola sono più soggetti a peggioramenti.
Alcuni cambiamenti dell’astigmatismo potrebbero risultare diversi dalle normali variazioni fisiologiche nell’arco della vita e quindi diventa necessario comprenderne il motivo.
Ecco i motivi che possono modificare l’astigmatismo corneale o totale:
La causa comportamentale rappresenta percentualmente uno dei motivi che più frequentemente rende manifesta o fa peggiorare un astigmatismo.
L’astigmatismo viene influenzato dal comportamento in quanto è indotto dal continuo movimento di scansione degli occhi, non controbilanciati da movimenti contrapposti.
Per esempio, lo studente muove gli occhi per leggere da sinistra verso destra e non esegue movimenti verticali per controbilanciare i primi: questo “eye scan” introduce a seguito di uno stress continuativo nel tempo una variazione anatomica nella curvatura della cornea con conseguente astigmatismo.
Un ripetuto movimento oculare da sinistra verso destra, per esempio, produrrà un cilindro negativo (cioè un astigmatismo miopico) con asse 180° e, se la persona tiene la testa inclinata su un lato, l’asse del cilindro assumerà una obliquità corrispondente. Un eccesso di scanning dal basso verso l’alto e viceversa, invece, produrrà una toricità con asse 90°.
Quando si verificano questi astigmatismi l’optometrista sensibile a questa problematica suggerisce un comportamento che contrasti questo peggioramento con un’azione contraria a quella che viene ripetuta troppo spesso dal soggetto tanto da apportare dei cambiamenti alla struttura della cornea.
Parliamo quindi di esercizi di rieducazione visiva.
Una volta compreso il motivo della variazione, qualunque esso sia, si potrà decidere come procedere.
Negli ultimi anni e con lo sviluppo di nuove tecnologie digitali, la nostra routine è ormai caratterizzata dall’uso persistente di tablet, televisione, smartphone e computer.
Si tratta di dispositivi elettronici di ultima generazione che ci consentono di lavorare e studiare comodamente da casa, di fare riunioni, mandare email ecc. In sintesi, di rimanere interconnessi e, in generale, connessi con il mondo e tutto ciò che ci circonda.
Ma l’avvento di questi nuovi mezzi di comunicazione ha sortito effetti sia positivi sia negativi. Tra questi, il fenomeno sempre più diffuso del digital eye strain. Lo stress visivo digitale implica un insieme di problemi associati proprio all'uso di dispositivi.
In linea generale, è quella sensazione di secchezza oculare, di affaticamento visivo e di lieve dolore agli occhi che colpisce chi passa molte ore davanti agli schermi e non riesce a staccarsi, o non si ricorda.
La principale causa dello stress visivo digitale è la luce blu emessa dai dispositivi elettronici che utilizziamo giornalmente.
La luce blu è una delle componenti della luce che viaggia in una lunghezza d'onda tra i 380 e i 500 i nanometri. Anche se, le radiazioni potenzialmente nocive si trovano nell'intervallo tra i 400 e i 455 nanometri.
Quindi, a seguito dell’utilizzo prolungato dei dispositivi, le radiazioni blu colpiscono l'occhio disperdendosi nell'umor vitreo, ovvero un tessuto connettivo di consistenza gelatinosa che occupa la cavità del bulbo oculare.
Questa problematica potrebbe creare le condizioni ideali per lo sviluppo o il peggioramento di alcuni difetti visivi come miopia e astigmatismo, tra i tanti.
Ecco cosa provoca l’impatto della luce blu sulla retina:
Si può affermare quindi che lo stress visivo è la risposta diretta del nostro organismo ad uno stimolo negativo che si manifesta sotto forma di disagio e sintomatologie di vario tipo.
Per prendersi cura dei propri occhi e trovare la soluzione più efficace al proprio problema, è possibile effettuare esami visivi specifici per verificare il grado di affaticamento dell’occhio.
Di seguito, troverai alcuni suggerimenti per evitare l’affaticamento oculare e per fare un buon uso dei dispositivi digitali senza però danneggiare gli occhi.
Quando ci troviamo di fronte ad un cambiamento repentino dell’astigmatismo è bene indagare sul motivo e capire da cosa dipende. Potrebbe trattarsi di cheratocono, una malattia che colpisce la cornea, rendendola molto irregolare ed appuntita (da cui il nome cheratocono).
Questa patologia si presenta solitamente durante l’adolescenza o comunque nella giovinezza e a volte si stabilizza, mentre in altri casi tende a peggiorare nell’arco della vita.
Trattandosi di una patologia, la diagnosi e la cura sono di competenza del medico oculista. L’optometrista si interessa della sua correzione/compensazione.
Per verificare la presenza del cheratocono, lo strumento più idoneo è il topografo corneale computerizzato che fornisce una mappa tridimensionale della cornea.
Cambiamenti notevoli si possono verificare in seguito:
Un’altra causa che abbiamo già accennato fra quelle che possono provocare lievi cambiamenti inaspettati, ma che può portare anche a cambiamenti significativi nell’astigmatismo, è la presenza di una cataratta.
Questa patologia colpendo il cristallino tende a modificarne la curvatura e di conseguenza la gradazione.
L’astigmatismo quindi è un difetto che anche quando peggiora si modifica poco nell’arco della vita.
Se noti dei cambiamenti nel tuo modo di vedere, non esitare a prenotare una visita dall’optometrista o dall’oculista che verificherà se si tratta di cambiamenti fisiologici o se invece esiste una causa che va appurata e possibilmente eliminata.